Museo Risorgimento

Aperto al pubblico dal 1982, trae origine da una Mostra del 1938, organizzata a Chiavari dal Comune, con l’adesione della Società Economica. I reperti sono esposti in tre bacheche e quattordici vetrine, mentre alcuni quadri illustrano aspetti della città di Chiavari in diversi momenti storici (sono anche in preparazione gigantografie di avvenimenti d’epoca risorgimentale).
Il Museo, che si incentra in particolar modo su Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi e Nino Bixio, tutti e tre di famiglia chiavarese, va considerato per la rarità dei documenti e di oggetti custoditi, uno dei più importanti d’Italia.
Non poche testimonianze riguardano infatti personaggi come i re Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II, come Vincenzo Gioberti, Ugo Bassi, Camillo Benso di Cavour ed il frate chiavarese Diego Argiroffo.
Due bacheche sono dedicate alla famiglia Rivarola. In una leggiamo, su pergamena datata 1496, il conferimento del titolo nobiliare da parte dell’imperatore Massimiliano, ospite dei Rivarola a Chiavari. A fianco sono esposte le testimonianze relative al viaggio e al soggiorno in San Pietroburgo del Marchese Stefano ambasciatore della Repubblica di Genova presso la grande Caterina per ventidue mesi, poco tempo prima di fondare la Società Economica.
In una delle vetrine è conservata una pergamena datata 1250, definita Lettera Graziosa, scritta da Sinibaldo Fieschi dei Conti di Lavagna futuro papa Innocenzo IV.